08.03.2022, La grotta della Bula (2/2)

   È censita nell’elenco delle grotte della nostra regione con il nome di “Grotta presso Ponteacco”, numero regionale di catasto-grotte 1958, un solo ingresso piuttosto sviluppato in senso orizzontale, apertura del vano posta a 188 mt/slm. La grotta trae origine da dislocazioni, ossia spostamenti di masse rocciose, orizzontali e verticali lungo le fratture che compaiono nelle deformazioni prodotte dai corrugamenti, cioè dai piegamenti degli strati geologici conseguenti a movimenti tettonici. Nel momento in cui una di queste fratture viene a trovarsi in rocce carsiche, funge da punto di debolezza in grado di innescare la formazione di una grotta carsica. Speleologicamente le cavità d’origine tettonica non risultano importanti: sono piccole, spesso instabili, quindi pericolose. È frequente però incontrare in grotte carsiche tratti dove appare evidente l’azione tettonica; molti di questi sono indubbiamente interessanti, come il poderoso “specchio di faglia” lungo un centinaio di metri nella sala della Faglia, in uno dei rami lontani del buso della Rana (Veneto). Quanti anni ha la nostra? Forse una sessantina di milioni.

07.03.2022, Ieri al Centro

   Una bella soddisfazione per Claudia e Paolo quando ieri, durante il loro turno, la sala si è riempita di soci, a consolidare ancora una volta il piacere di un aperitivo bevuto insieme. Da numerose domeniche non si vedevano i tavoli tutti occupati e quel brusio continuo delle persone che amabilmente chiacchierano tra loro. A proposito del brusio, dovremo cercare di risolvere il fenomeno dell’eco in sala con un impianto fono-assorbente che renda ancora più confortevole la presenza delle persone. Grazie a Paolo e Claudia per la loro affabilità, per la disponibilità di un turno che è andato ben oltre le canoniche ore 13:00 della chiusura. Ci attende una bella settimana feriale. Lunedì prossimo si riunirà di Consiglio direttivo in vista dell’Assemblea generale dei Soci fissata per domenica 3 aprile. Auguriamo buone cose a tutte le persone che ci leggono e ci seguono.

06.03.2022, La grotta della Bula (1/2)

     Sotto la casa di Giovanni-Valter c’è una vasta grotta poco conosciuta, se non alle persone più anziane del paese. Oggi l’accesso all’area è chiuso in quanto il terreno presenta fenomeni di carsismo con un paio di pini inghiottiti a causa di sifoni (inghiottitoi) che si formano e si colmano continuamente, mentre era aperto fino a una trentina d’anni fa e scelto dai paesani per molto tempo come “luogo ideale” per sbarazzarsi dei rifiuti: bacinelle di metallo, damigiane rotte, vasi della conserva, ruderi di ogni tipo. Non è stato semplice ripulire la capiente aula della grotta dall’immensa mole di immondizie. Oggi appare come un grande stanzone a temperatura costante, ad elevata umidità, dal cui soffitto cadono a tempo costante decine di gocce d’acqua, ricche di calcare. La parete che chiude l’anfratto, posta proprio di fronte all’ingresso, è piuttosto alta, forse tre metri, e presenta un tunnel naturale che si sviluppa per una decina di metri e che secondo alcuni ragazzi di un tempo, pareva conducesse addirittura fino al campanile …

05.03.2022, Dobbiamo cercare di volerci bene

   Siamo sopraffatti dagli impegni e dai frenetici ritmi quotidiani. Non esiste la figura del pensionato seduto sulla sedia a dondolo, anzi, gli stessi pensionati pare abbiano meno tempo rispetto a prima, quando svolgevano un’attività lavorativa. Molte persone si dedicano a se stesse solo quando avanza tempo. Il volersi bene invece dovrebbe diventare una regola, una filosofia di vita che esige spazio e priorità nei nostri programmi, con un impegno costante ed appositi spazi nella giornata. Anche se in alcuni giorni può sembrare superfluo, è importante preservarlo come un prezioso aiuto a noi stessi: una telefonata a un amico caro, un buon caffè seduti, una passeggiata lungo la ciclopedonale per decomprimere le tensioni, dieci minuti di lettura e perché no una breve seduta di ginnastica o di meditazione. Sono tutti preziosi alleati di un’arte raccomandata recentemente anche dall’OMS-Organizzazione mondiale della Sanità. Ci sarebbero cinque diversi piani da coltivare: 1. fisico; 2. sociale; 3. mentale; 4. spirituale; 5. emozionale, tutti ugualmente importanti perché trascurandone anche uno solo si rischia di non raggiungere il risultato. In poche parole, se non siamo noi a prenderci cura di noi stessi, difficilmente sarà qualcun altro a farlo, in quanto nessuno può mettersi nei nostri panni e fare ciò che ci permette di migliorare la qualità della nostra vita. Siamo composti da varie sfaccettature e ogni piano sopra descrittoha la sua importanza: uno non esclude l’altro e tutte le parti devono essere integrate tra loro.  

04.03.2022, Incopmetenti competenti

   Putin ha il merito, se così lo possiamo definire, di aver posto in secondo piano la vicenda della pandemia che per 2 anni ha martellato l’opinione pubblica. Abbiamo assistito a molti casi di “medici” che sanno ben poco di biologia e che hanno sostenuto con convinzione che il vaccino è dannoso. Gli stessi “scienziati” oggi si occupano di geopolitica, magari senza competenze economiche, privi di conoscenze delle dinamiche internazionali e spesso anche con grosse lacune in geografia. Lanciano pronostici, invettive contro il governo, o la NATO e l’America, sciorinando dati e possibili strategie. Grazie al web, si moltiplicano in termini esponenziali gli incompetenti che si ritengono preparati in ogni materia. La scienza psicologica definisce questo fenomeno  “Dunning-Kruner”, dal nome di due scienziati che lo descrissero per primi nel 1999. Spesso si tratta di incompetenti talmente … incompetenti da essere incapaci di riconoscere la loro stessa incapacità. Spesso si sentono autorizzati a dire la loro su tutto, seguendo internet ma anche specifici canali televisivi con conduttori che stimolano, aizzano, provocano. L’effetto “Dunning-Kruner” –questo sì da leggere in Internet-  è detto anche sindrome dell’impostore: una volta che ci siamo formati un’opinione tendiamo a mantenerla e confermarla con ogni mezzo e con grande convinzione. I nostri “scienziati” sono impermeabili alle controdeduzioni degli altri e, spesso, anche ai dati della realtà.

03.03.2022, La vicenda degli alambicchi (2/2)

   Mezzana era un posto sicuro per distillare la grappa. Il paesino era raggiungibile solo attraverso due mulattiere che garantivano, come si dice oggi, la “privacy” delle persone che distillavano nelle stalle, ma anche nei “patòk”, gli anfratti del terreno difficilmente individuabili e che davano la garanzia assoluta di un’eccellente qualità. Le mulattiere erano presidiate, visto che i versanti della montagna erano costituiti da vaste aree prative che garantivano la visibilità in caso di visite sgradite. Nella prima metà del secolo scorso erano i ponteacchesi a portare le susine a Mezzana, distillavano il prodotto e rientravano con i bottiglioni pieni del prezioso liquido. Le vinacce erano una specie di sottoprodotto della distillazione, all’inizio la prima parte aveva una forte concentrazione di etanolo, non solo nocivo, ma letale se assunto in quantità. Possiamo definirla “civiltà della distillazione”? Con la pazienza di controllare tutte le lente operazioni, con un’enorme carico di esperienza, con tutti gli assaggi per valutare la qualità del superalcolico! Oggi di quella civiltà esiste poco e niente. Le susine neppure si raccolgono e i pochi che svolgono ogni tanto quest’attività lo fanno più per passione o curiosità. E sono molto pochi.

02.03.2022, La vicenda degli alambicchi (1/2)

   La congiunzione ideale tra Mezzana, Rodda e Vernassino era chiamata “il triangolo della grappa” per la notevole capacità di distillare soprattutto le susine. Dietro queste operazioni c’era la competenza di autentici professionisti del superalcolico, con alambicchi in rame, spesso rattoppati con lo stagno laddove il tempo e l’usura facevano brutti scherzi. A Ponteacco si contavano numerose famiglie dotate di impianto di distillazione e ancor oggi tale attrezzatura è riposta in vari garage e soffitte. Dobbiamo fare chiarezza su un’attività molto controversa, tra il legale e (molto spesso) l’illegale. Non è vero che in FVG non sia possibile distillare. Era ed è questa la convinzione. L’attività di produzione di superalcolici è sempre stata consentita, a patto che siano pagate le previste imposte e sia comunicata la data e l’ora di inizio e fine attività. Gli interessati che producevano legalmente, ritiravano le fascette adesive da apporre sulle bottiglie contenenti la grappa. La Guardia di Finanza perseguiva la maggior parte dei distillatori che non sopportavano tale imposizione fiscale con il conseguente sequestro dell’attrezzatura …

28.02.2022, Ieri al Centro

   Abbiamo trascorso una domenica vivace, grazie anche agli atleti del Trial, la marcia non competitiva di 11 km che ha attraversato il nostro paese al km 4,300 dalla partenza. Secondo gli organizzatori, c’erano 220 partecipanti. Il nostro punto di ristoro, con la supervisione di Vallimpiadi, ha somministrato succo di mela, acqua, biscotti, banane, crostata, uva sultanina, mele. Verso le 10:00 sembrava che i concorrenti fossero arrivati in un colpo solo ed è stato provvidenziale l’intervento di Bianca che ha dato una mano nella distribuzione. Per la Pro loco si è trattato di una bella occasione per fare pubblicità alle nostre iniziative e a distribuire dépliant quando i gruppetti erano meno numerosi. Persone provenienti da Treviso, Gorizia, Trieste, Pordenone, che hanno trovato le Valli belle, accoglienti, curate. Al Centro c’è stata una discreta presenza di soci, con adesioni e rinnovi della tessera. La settimana che si apre oggi sarà caratterizzata dal martedì grasso, domani, con messa alle 19:00 in cappella e dopodomani con l’imposizione delle ceneri. Auguriamo il meglio alle nostre lettrici e ai nostri lettori.

27.02.2022, Si tratta di autocelebrazione?

La domanda è la seguente: “Condividete quest’impressionante mole di foto e notizie, spesso strettamente personali, pubblicate su Facebook o Instagram?”. La risposta ci divide in due, i pro e i contro. Ma sorgono altri quesiti. Quanto è importante l’ascolto pubblico di storie private, intime, a volte fragili, mutevoli, che rivendicano una condivisione, un “mi piace”? Quanto abbiamo bisogno di essere notati per sapere di esserci veramente? Quanto regoliamo il nostro senso del sé, della nostra identità, delle nostre relazioni, a partire dallo sguardo degli altri? Sono domande da tenere sempre aperte, pronte, prive di moralismi o conformismi. Il dosaggio della condivisione di noi stessi con gli altri è un vero esercizio di alchimia. Ci sono molte persone che trascorrono buona parte della giornata con il telefonino in mano, spesso o molto spesso anche sul posto di lavoro o a orari biologici notturni, nel senso che si svegliano “biologicamente” a ore precise, programmate, per controllare il traffico dei “mi piace”, dei commenti. Molto spesso si scivola in argomenti privati, intimi, che si spiattellano senza tanti riguardi in rete. Spesso è sconsolante la mancanza di discrezione. Si fanno scenate e isterie per la “Privacy-pràivasi” e poi si notano persone che pubblicano vicende strettamente private al punto che è anche intervenuto il cantante Blanco in un’intervista dell’altro giorno: “Ragazzi (e molti adulti), tenere delle cose riservate può essere bellissimo”.

26.02.2022, Arriva marzo (2/2)

   I fuochi del primo marzo rientravano quasi sicuramente nel filone conduttore delle usanze magico-agrarie e dei riti arcaici pagani di passaggio alla nuova stagione diffusi in tutt’Europa centrale le settentrionale. Quelli di inizio-marzo potevano essere i relitti di celebrazioni di fuoco fatte in occasione dell’antico capodanno. L’usanza dei fuochi di marzo, che oramai nessuno più ricorda, resta comunque misteriosa. Quello che è certo, è che era associata alla metodica osservazione e al controllo dell’inizio  e della fine dei mesi del risveglio della natura, secondo un remoto codice magico della cronologia agraria, che presiedeva i tempi dei cicli della natura. In questo periodo, tra l’organizzazione e la messa in pratica, i riti dell’uomo si accompagnavano armoniosamente alle fasi della natura, come sempre avveniva nei grandi momenti di passaggio della ruota dell’anno e del calendario. In pratica, la data del primo marzo segnava nel lunario popolare l’inizio del manifestarsi della forza vitale, fino ad allora nascosta nelle viscere della Terra. Questi ultimi giorni di febbraio erano vissuti con trepidazione e speranza per il nuovo anno agrario, anche perché le dispense e le cantine, a parte qualche salume, erano oramai quasi drammaticamente vuote.